martedì, gennaio 06, 2009

Una via per la pace?

Ogni volta sembra la stessa cosa. I cattivi israeliani, vittime di solo qualche innoquo razzo lanciato contro le loro case e scuole da qualche palestinese frustrato e annoiato, reagiscono con la loro violenza massacrando tutti i civili che capitano a tiro. 

Invece non è così. Primo: i razzi minacciano circa il 10 % della popolazione israeliana, non sono caramelle. Inoltre dall' amico Iran gli uomini di Hamas continuano a ricevere ogni volta missili più sofisticati ( adesso hanno i Grad iraniani da 122mm, migliori degli improvvisati Qassam di prima ) e potenti per estendere la propria minaccia sul loro nemico giurato.  Nessun paese che tenga al proprio popolo può tollerare che viva part time in un bunker: se la Slovenia ci lanciasse razzi Grad su Gorizia o Monfalcone non reagiremmo diversamente da Israele, almeno spero. Quindi la prima parte dell' operazione israeliana, cessare il lancio di razzi, è molto giustificata. 

Secondo: Israele non sta facendo una guerra contro i palestinesi, sta combattendo contro Hamas. Questa organizzazione terroristica ha assunto il controllo della striscia di Gaza ( una delle due principali parti dei territori palestinesi ) attraverso sciagurate elezioni tenutesi nel 2006; dopo aver preso il potere, aver combattuto una guerra civile contro Fatah e averla scacciata da Gaza Hamas ha pensato di fare di quella striscia di terra il proprio regno, imponendo le solite leggi che vediamo quando un partito islamista prende il potere ed usandola come base per i suoi attacchi contro Israele facendosi scudo con la popolazione civile ( per loro i civili non hanno avuto altro uso che questo, a dispetto di quanto pensino gli estimatori di Hamas ). 
Andando a leggere nel loro fantastico statuto, vediamo come questa organizzazione sia nata con lo scopo di combattere Israele, vive per fare questo. Nello stesso documento scopriamo che come obiettivo opzionale hanno anche lo sterminio degli ebrei dalla faccia della terra. La sua storia, la sua struttura, i suoi appartenenti, i suoi leaders, la sua affiliazione all' Iran fanno capire che finchè c' è Hamas così forte a Gaza non ci sarà mai la pace, nè adesso nè nel futuro, perchè Hamas vive per la guerra contro Israele, se fosse raggiunta la pace cesserebbe di esistere. I suoi obiettivi sono totalmente opposti a chi vuole la calma in quelle terre: loro necessitano del continuo contrasto con gli ebrei per avere un senso. Rappresentano benissimo quella parte di palestinesi che, cresciuti dagli estremisti nell' odio ed indottrinati nell' ignoranza trova come obiettivo di vita la guerra, che si identificano con la lotta contro il nemico che considerano causa di tutte loro sofferenze, anche quelle causate dai loro stessi leaders.
Non so se la guerra sia il metodo giusto per risolvere queste cose, soprattutto alla luce delle perdite civili, ma se Israele riuscirà a far fuori Hamas allora un enorme ostacolo alla pace sarebbe levato dal cammino; quello che non resta chiaro è il dopo. Ridotte le capacità militari dei terroristi, l' esercito israeliano non potrà semplicemente andarsene, oppure le cose tornerebbero al punto di oggi. Dovrà in qualche modo arrangiare la salita al potere a Gaza di qualcuno che sia moderato come Abu Mazen, ma allo stesso tempo non visto con sospetto ai palestinesi, che potrebbero considerarlo un pupazzo degli ebrei. 
Sono queste due condizioni a rendere difficile la questione, qui passa la differenza fra un regime change che possa velocemente portare ad una agognata pace oppure una operazione militare fine a sè stessa senza risultati duraturi.  Questa guerra potrebbe migliorare le cose nei Territori come peggiorarle terribilmente.

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