E’ da un anno che seguo questa campagna, adesso mi trovo alle 6 del mattino dopo ore di televisione a scrivere quello che per me ne è l’ atto finale. E’ andata male, per quello che avrei voluto. Mi dispiace per John McCain, per il suo sogno di diventare Presidente della nazione di cui è innamorato, che ha servito per tanti anni, anche con sofferenze. Mi dispiace per l’ America che non ha saputo riconoscere il suo valore in tempi in cui sarebbe stato molto utile, non ha saputo capire un uomo che l’ avrebbe servita fino in fondo. Mi dispiace per Sarah Palin, una principiante promettente, che adesso probabilmente verrà macinata nel gioco della politica. Mi dispiace per un sacco di cose, porca paletta.
E’ la democrazia, o ciò che vi arriva più vicino. Dopo otto anni della presidenza più impopolare che si possa ricordare ( sulla quale solo la Storia potrà essere un giudice affidabile ) una vittoria dello stesso partito, seppur con un uomo completamente diverso da George W Bush, sarebbe stata epica. Aggiungiamo che nell’ attimo in cui per McCain vi era speranza una crisi economica gigantesca gli ha tagliato le gambe, favorendo i democratici, che il gioco sporco di Obama sui finanziamenti gli ha fatto trovare 600 milioni di dollari di fondi, contro i pochi spiccioli del finanziamento pubblico del repbblicano, che i media sono stati vergognosamente di parte appoggiando il “loro” Obama fin dall’ inizio, senza i quali la corsa del senatore nero si sarebbe fermata allo scontro con l’ altro gigante, la Clinton. Il repubblicano ha raggiunto un grande risultato finendo a meno 5 % , in una elezione che avrebbe dovuto essere una cascata di voti per il suo rivale, a quanto dicevano gli "esperti". Aggiungiamo che McCain non sa fare campagna, non è bravo sul palco durante il comizio, non sa muovere le masse, non è neanche in gamba con la macchina della politica. Di base, non sa mentire. John McCain è stato un pessimo candidato. Ma sarebbe stato un grande Presidente, un uomo forte nell’ animo, umile, moderato, esperto, innamorato della sua nazione.
E adesso? Amando l’ America più di quanto ami i repubblicani, più di quanto ami McCain, spero che Obama mi sorprenda. Che i dubbi che avevo per il fatto che è un uomo molto di sinistra, che girava con gente poco raccomandabile, che più volte ha detto una cosa e ne ha fatta un’ altra, che in fin dei conti non ha mai fatto niente per dar prova di poter essere un buon Presidente siano infondati. Spero che si riveli capace di mantenere alto il vessillo di libertà che questo paese rappresenta in tutto il mondo, di contrastare i nemici della nostra civiltà, di risanare l’ economia senza spennare gli americani come un Padoa Schioppa dal Kenya. Che il suo “cambiamento” non stravolga gli ideali e i valori che hanno reso gli Stati Uniti la più grande nazione libera al mondo. Spero che l’ elezione di un nero risani la spaccatura che si è creata nella popolazione americana e che anche questo Barack Obama sia un buon Presidente.
Ad ogni modo McCain per me una differenza l’ ha fatta. E’ stato l’ unico politico nel quale, nella mia breve attività di osservatore, mi sia potuto ritrovare. Che senza parole altisonanti mi abbia ispirato, e non lo scorderò. Il suo adesivo resterà incollato qui di fianco al mio schermo.
“Nothing brings greater happiness in life, than to serve a cause greater than yourself”
Grazie John. Un soldato non cede mai senza una bella lotta.
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