I recenti esperimenti nucleari nordcoreani coinvolgono ben di più che una bomba atomica fatta esplodere sotto terra e un regime oppressivo: si svolgono all' interno del dramma della nuova lotta mondiale per il potere. Come un dramma, lo analizziamo dai punti di vista dei suoi attori, Corea del Nord, Cina, Stati Uniti e uno spettatore, l' Iran. La Corea del Nord versa da anni in una situazione disastrosa dal punto di vista economico e umano. Dietro alle grandi parate militari per il presidente semidio Kim Jong Il non c'è che miseria (classico risultato del comunismo, ad ogni modo) per il popolo, tutto quel poco che il paese produce viene destinato alle spese militari tanto che l'esercito, pur in una nazione ridotta alla fame, costituisce ancora una seria minaccia per il ricco e libero Sud. Il dittatore nordcoreano ha molti grattacapi al momento, specialmente uno: la Cina, suo "alleato" scomodo e prepotente, che è in vena d'espansionismo e incombe costantemente sul piccolo vicino, senza aspettare altro che il regime di Kim Jong Il crolli per allargarvi la sua influenza. Qualcuno dice che la Corea abbia lanciato il test nucleare per attirare l' attenzione del mondo, e soprattutto degli Stati Uniti, sul suo paese ed evitare che la Cina silenziosamente ne prenda il controllo; quel che è sicuro è che il test nucleare può essere interpretato come la mossa di un regime che si sente traballante e in pericolo, non come la prova di forza di una grande potenza.
Ora vediamo il tutto da un altro punto di vista. Bisogna capire che la Cina sta studiando da superpotenza e intende cominciare ad esserlo in Asia, dove cerca di soppiantare le interferenze occidentali ed espandere la sua influenza. Per i cinesi la Corea del Nord è una grande occasione, uno stato importante governato da un regime destinato prima o poi al crollo che potrebbe diventare un fedele protettorato ed è ovvio che vogliono giocare la partita per il suo controllo, proprio mentre Stati Uniti, Corea e Giappone vorrebbero liberarsi del suo regime e farne uno stato libero, anzi forse un' unica Corea. La Cina allora gioca a fare l'alleato della Corea del Nord, pur condannandone l' esperimento nucleare e malgrado tifi contro Kim Jong Il, ma prima di tutto cercherà in ogni modo di evitare che siano l' America o i suoi alleati a prendersi cura di Pyongyang e lo farà contrastando sanzioni dell' ONU e azioni militari dei suoi rivali.
Dal punto di vista degli Stati Uniti la situazione è invece più preoccupante. Le forze armate americane sono impegnate in buona parte in Iraq e Afghanistan e ne restano poche per altre crisi; i soldati statunitensi in Corea del Sud dovrebbero bastare, insieme all' esercito locale,migliorato nel tempo, per respingere un' invasione nordcoreana, ma non per attaccare il Nord: nel caso di arrivo di rinforzi l'invasione di terra avrebbe un probabile successo grazie alla superiorità militare americana, ma a carissimo prezzo di vite umane dato che l' esercito di Pyongyang si annida in fortificazioni costruite in 50 anni ed è quindi molto preparato ad un attacco dal sud. L' azione militare è poi sconsigliata, almeno una di scarsa intensità, dal fatto che Kim Jong Il tiene puntati 13000 cannoni su Seul, vicina al confine, dove vive metà della popolazione sudcoreana, capaci di lanciare mezzo milione di bombe sulla capitale in un giorno. La Casa Bianca deve pensare ad evitare che con la Corea del Nord si arrivi a breve alle armi o trovare le forze per un attacco massiccio e nel contempo sottrarre il palcoscenico ed il gioco ai cinesi, sono necessarie quindi nella battaglia diplomatica velocità e determinazione. Il tutto è sicuramente influenzato da come vanno le cose in Iraq, ma è lecito pensare che la situazione in medioriente si risolverà molto dopo un' evoluzione della crisi asiatica.
Resta lo spettatore, l' Iran. Si sa che questo paese è alleato da tempo con Pyongyang e ne condivide le informazioni sulle armi nucleari, quindi dovremmo preoccuparci del fatto che anche Ahmadinejad sia vicino all'arma atomica. Non è difficile immaginare che il test nucleare coreano sia una specie di prova generale a cui l' Iran assiste per capire come potrà reagire la comunità(che di comune ha poco) internazionale quando dimostrerà di avere anch' essa una bomba atomica. Dando per scontata la passività dell' Europa di fronte a certi avvenimenti e i bastoni fra le ruote della decadente Russia e la nascente Cina, la risposta del mondo libero sarà come al solito affidata agli ultimi che si sbattono (passatemi il termine) per difendere gli interessi del mondo libero. C'è da augurarsi che tale risposta sarà decisa e veloce, altrimenti presto anche l' Iran farà il suo test nucleare e la sua minaccia per quel che resta della stabilità mondiale sarà ben peggiore di quella norcoreana.
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