domenica, giugno 22, 2008

Barack Obama mi perseguita

Accendo la televisione. La faccia sorridente, scura e con quel neo di fianco al naso di Barack mi saluta. Apro il giornale. Il nostro amico è di nuovo lì, ritratto mentre ad un comizio sta per dire la cosa più significante del mondo. In un angolino della pagina, quello che di solito mentre maneggi il giornale viene più ciancecato, c' è il piccolo e vecchio McCain a ricordare che ancora alla Casa Bianca si gareggia in due. Mi rifugio in bagno. Mi siedo, forse lì non mi cercherà. Sul tavolino dei giornali c' è Io Donna della settimana. In copertina, a grandezza naturale, mi guarda mentre sono in quella posizione poco altezzosa Barack Obama, ride. E' così sexy, solare, positivo, di moda. Mi dice: vieni anche tu. Unisciti alla schiera di europei con cui basta proclamare motti a tre parole e dire speranza o cambiamento senza un motivo per essere convinti che sarò il migliore presidente del mondo di tutti i tempi. Io sono l' America buona, quella che non invade gli stati tirannici indifesi scalfendo la stupenda pace mondiale, quella che non inquina causando l' effetto serra ma fa andare le macchine a succo d' arancia, quella che vuole avere uno Stato pesante come da voi in Europa che entra dappertutto regolando la tua vita di cittadino suddito, quella che multiculturalismo e relativismo sono attività veramente divertenti che ti tengono la coscienza pulita, quella che ama le tasse mamma mia come mi diverto quando lavoro per 100 e subito lo Stato mi prende 50.
E' ovunque, non posso fuggire. Tutti gli leccano non dico cosa, giornali, telegiornali, approfondimenti, articoli, cartelloni, radio, Internet, quelli dei salotti, fini pensatori, stilisti, attori, attrici, cantanti, artisti, gente che di politica non capisce niente. Tuttavia è così di moda, come si fa a non attaccarsi al suo treno? Non ce la faccio più. Non è colpa mia: lui è venuto a cercarmi. Una volta quasi mi piaceva, come uomo politico. Poi ho capito, almeno io, che dietro le parole brillanti, i discorsi emotivi, quell' atmosfera da rinascita, quel buonismo da pelle d' oca c' è poco altro. Non c' è esperienza, non c' è nessuna prova di capacità a parte quella di parlare bene ( è un avvocato ), non c' è profondità politica dietro al personaggio da comizi. Tutte le volte che non ha parlato in astratto, ma si è buttato su argomenti concreti, ha sbagliato, come con il Pakistan od il suo piano incompleto per l' assistenza sanitaria universale. Non c' è neanche purezza: ne ha fatte come tutti gli altri, vedere Tony Rezko o Jeremiah Wright per capirci. I media, però, gli perdonano tutto. Anche escludere le ragazze musulmane con il velo dalle sue apparizioni, per evitare di sottolineare la sua provenienza islamica: l' avesse fatto McCain o la Clinton sarebbe scoppiato un caso razzismo.
Capiamoci: io non odio Barack Obama come, per esempio, qualcuno qui può avercela con Berlusconi o Bush. Temo solo che un uomo così bravo a fare campagna arrivato alla Casa Bianca faccia una enorme quantità di errori dettati da inesperienza ed ideologia, ai quali corrisponderebbero una enorme quantità di danni. Un Jimmy Carter al quadrato.

5 commenti:

Alessandro Tapparini ha detto...

Delizioso, e doverosamente citato.

Simon ha detto...

Onorato.

Anonimo ha detto...

L'unico ideologizzato che ha diviso il mondo in buoni e cattivi è Bush.

Marko ha detto...

Ottimo post, ti ho votato su Tocqueville.
Ciao
Marco

Simon ha detto...

Grazie!