Per chi si affida solo alla televisione, capire cosa succede in Iraq è veramente difficile. Ogni giorno abbiamo solo notizie di attentati e morti, effettivamente sembra che in quel paese non accada altro. Ma non è così. Ci sono, è vero, ancora molti attentati e ancora molti morti ma la situazione è molto più dinamica di quanto sembri. Trovare altre informazione oltre al conto delle uccisioni è difficile in televisione, un po' meno sui giornali; se si sa dove cercare è più redditizio Internet. Qui riusciamo, se sappiamo dove cercare, a trovare qualcosa di utile e diverso dal solito. Allora vediamo cosa succede in Iraq.
Prima di tutto, bisogna sottolineare che la maggior parte dell' azione si svolge a Baghdad. La capitale era caduta in molti suoi quartieri in mano alle milizie sunnite o sciite, a volte molte zone erano controllate da criminali che per comodità si davano una caratteristica ideologica di un qualche tipo e i morti erano all' ordine del giorno. Il piano di Bush era di imporsi con la forza sulle milizie e i terroristi attraverso truppe americane e irachene e polizia, utilizzando i militari per pulire i quartieri a rischio e presidii stabili per impedire che dopo la tempesta tornassero i violenti. A quanto pare la tattica è stata messa in pratica e l' operazione "Imporre la Legge" il cui nome originale è in arabo, è partita e gli organizzatori vogliono sottolineare la sua natura irachena. L' utilizzo di truppe e polizia irachene è infatti forte ed è stato lo stesso Al-Maliki, il presidente, a dare il via. Le truppe americane sono ovviamente necessarie per le situazioni più gravi, ma c' è la volontà di permettere agli iracheni di conquistare la propria sicurezza. Ogni giorno sui siti dei comandi militari troviamo notizie di molti terroristi uccisi o catturati, notizie che da noi arrivano quasi mai.
La risposta degli avversari è stata un cambio di tattica. Sapendo di non poter competere in una battaglia frontale le milizie sciite sono in parte fuggite dalla capitale e in parte hanno scelto di assumere un basso profilo, mentre i sunniti hanno ridotto la loro attività ai sanguinosi attentati contro la popolazione, spesso nei mercati, che possono essere attuati senza esporsi ma causano molti morti. Chi ha tentato di resistere nei quartieri attaccati da americani e iracheni non ha retto per molto.
La vita ora a Baghdad è diversa. A quanto dice Iraq the Model i checkpoint in giro per la città sono molti, di militari e polizia e soprattutto cambiano spesso posizione per non essere bersaglio dei terroristi. Qualunque mezzo passi da qui deve fermarsi, vengono controllati gli occupanti e gli oggetti all' interno. La cosa causa molti rallentamenti al traffico, ma a quanto pare per una maggiore sicurezza sono in pochi a lamentarsi. E' stato anche imposto un regime di targhe alterne, non per questioni di inquinamento ma per avere meno macchine sulle strade e a quanto pare "Imporre la Legge" viene preso alla lettera, tanto che la polizia non è solo a caccia di terroristi ma punisce severamente anche infrazioni minori, per far capire che la legalità è da farsi fino in fondo (verrebbe utile anche in qualche città qui da noi). Un altro dato è il ritorno delle famiglie nei loro quartieri, dai quali erano scappate per disperazione. Ora che queste zone sono state ripulite molti provano a tornare nelle proprie case.
La pulizia dei quartieri è però solo una parte del piano. Se ci si limitasse a questo, ai cattivi basterebbe stare buoni per un po' e tornare in azione una volta passati i militari. Si cerca invece di lasciare sempre presidii di polizia o truppe nei quartieri liberati e inoltre è in atto la rivalutazione di molte zone della città. Iraq the Model dice che "è un necessario vento di speranza e normalità per questa città traumatizzata" e si può ben capire. Inoltre il piano generale prevede ampi investimenti sull' occupazione, sull' economia e le infrastrutture. Bisogna fare di tutto perchè quando l' operazione sarà finita e i terroristi proveranno a tornare nei loro quartieri trovino un ambiente almeno inospitale.
In giro per il paese vediamo le truppe in azione in altre zone, soprattutto le città sunnite, per imporre il controllo. In generale l' Iraq è in una situazione difficile e molti, soprattutto i vicini timorosi di una democrazia, tifano per un suo crollo ma se l' operazione riuscirà a far capire chi è il più forte allora la stessa politica irachena potrà trovare più stabilità e diminuire così ulteriormente la violenza. La strada è lunga e scomoda però.
Se a qualcuno interessa dove trovo le informazioni, ecco qua (purtroppo sono tutte in inglese):
http://iraqthemodel.blogspot.com/ Iraq the Model, sito che ho già citato, è gestito da due iracheni che scrivono direttamente dalla capitale. Utilissimo per capire cosa succede dal punto di vista della gente del posto
Centcom e MNF-Iraq, i siti del Comando Centrale Americano e della Forza Multinazionale in Iraq, danno quotidianamente notizie sui terroristi uccisi o catturati o sulle perdite della Forza Multinazionale.
Yahoo! Iraq Qui troverete naturalmente soprattutto brutte notizie dull' Iraq, essendo una raccolta di media occidentali. Ma bisogna leggere anche quelle.
Aswat al Iraq Sito iracheno ricco di notizie, anche se non approfondite.
Quando troverò altri siti utili naturalmente aggiornerò la lista.
martedì, marzo 13, 2007
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